sabato 6 luglio 2013

DE RERUM NATURA: IL PUNTO G



Qualche mese fa Grillo ha menzionato il punto G, una piccola porzione anatomica femminile regalataci dalla natura e demandata al piacere sessuale. Grillo non è stato maschilista, casomai è stato un po’ irriverente, ha voluto sottolineare che le apparizioni televisive soddisfano l’egocentrismo, il gusto di apparire e questo,oltre che corrispondere a verità, vale per tutti: maschi e femmine.
Per farlo ha usato un’immagine sessuale scatenando lo sdegno.
Questo sdegno è grave, implicitamente afferma che le donne si devono vergognare di vivere il piacere. Questo sdegno è un atteggiamento morale: da dove arriva?
Ogni donna degna di questo nome sa fin dalla preistoria,senza nominarlo, cos’è il punto G, dov’è, come si usa e perché.
Si trova all’interno appena dietro la vescica, il meglio del suo utilizzo si ottiene nella posizione detta “alla pecorina” che è il contrario della posizione “del missionario”. E qui casca l’asino.
La posizione della pecorina è una posizione del tutto naturale usata da tutti i mammiferi. I missionari e i preti cattolici alle donne amerinde e a quelle europee, che usavano la pecorina come natura vuole, cominciarono a dire che era da non praticare perché sgradita al divino.
Meglio dedicarsi alla posizione del missionario. Appunto. Missionari e preti votati al celibato, aventi diritto al piacere. Le donne, anzi le femmine, no, niente piacere, solo strumenti per il piacere altrui.
Questo messaggio nel tempo si è calato profondamente nel tessuto sociale, nell’inconscio collettivo e il comportamento e l’auto percezione femminile ne sono stati drammaticamente condizionati.
Dalla preistoria fino a 5.000 anni fa esisteva il matriarcato. Non c’era un Dio ma una Dea.
La Dea, intimamente connessa ai cicli lunari (mestruazioni), alla natura, al susseguirsi delle stagioni, percettiva,sensitiva, che sforna bambini. E molto di più, ma qui non è il caso di dilungarsi in merito.
Il culto della Dea era presente praticamente su tutta la terra. Nel bacino mediterraneo se ne trovano tracce archeologiche nell’isola di Malta e tracce culturali nel “mammismo” italiano.
A un certo punto, circa 5.000 anni fa, il matriarcato cominciò a essere sostituito dal patriarcato e il culto della Dea iniziò a decadere a favore del culto del Dio (Sole). Fu un processo lungo e straziante, immagini della Dea smembrata sono state dissotterrate nel 1977 a Città del Messico (Coyolxauhqui, Dea azteca della Luna).
Circa 2.000 anni fa arrivò Gesù, non era sessuofobico; dopo poco arrivò Paolo (San) era sessuofobico un pochino, più che altro per questioni strategiche di potere dovendo vedersela con gli ebrei; dopo un altro po’ arrivò Agostino (Sant’Agostino d’Ippona, 354 – 430).
Agostino nella prima parte della sua vita fu un gaudente, convisse con una donna per molti anni, poi si pentì, divenne mistico e sessuofobico; il concetto della femmina demoniaca tentatrice  che svilisce e danna il maschio lo dobbiamo a lui,recuperato da Vecchio Testamento,Genesi - Lilith.
Per motivi soprattutto politici il messaggio di Agostino ebbe molto successo e condizionò definitivamente la filosofia  della religione cattolica.
Frutto di questo condizionamento furono, fra l’altro, i 9 milioni di donne, soprattutto levatrici ed erboriste, che nell’arco di 4 secoli furono torturate e bruciate sui roghi.
La Dea, e la sua immensa conoscenza, doveva essere distrutta, cancellata dalla faccia della terra. Doveva essere distrutta la sua conoscenza erotica perché era troppo potente. Ancora nell’antica Grecia, nonostante tutto, esistevano le “prostitute sacre”, sacerdotesse che attraverso l’atto sessuale erano in grado di raggiungere, e far raggiungere al maschio, l’estasi divina. In oriente ne abbiamo corrispondenza nelle tecniche del tantrismo.
Ed eccoci ai giorni nostri, il viaggio è quasi finito. Alla fine del 1800, con la rivoluzione industriale, dalle statiche campagne uomini e donne migrano nelle città, le idee cominciano a circolare, nasce il femminismo…il resto lo conoscete.
La Dea comincia faticosamente a rinascere per il vantaggio, non solo sessuale, di tutti.


2012

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