lunedì 25 novembre 2013

VATICANO PAGA TU noi siamo stufi

Al di là delle urla e delle aggressioni, cerchiamo di documentare i reali rapporti economici fra Stato e Chiesa in Italia, elencando contributi pubblici, esenzioni fiscali e privilegi economici di cui godono le strutture ecclesiastiche.
Otto per mille
Il capitolo più sostanzioso è rappresentato dall’8 per mille, la quota di imposte di cui lo Stato si priva e che, apparentemente in base alla volontà dei cittadini, indirizza alla Chiesa cattolica e alle altre confessioni religiose. Da dieci anni a questa parte si tratta di circa 1 miliardo di euro l’anno. Nel 2011 la cifra ha raggiunto il record di 1.118 milioni, in gran parte utilizzata per il funzionamento della struttura ecclesiastica: 467 milioni per «esigenze di culto e pastorale», 361 milioni per il «sostentamento del clero», 235 milioni per «interventi caritativi», 55 milioni accantonati «a futura destinazione».
Il punto controverso è il sistema di ripartizione, perché a firmare per destinare allo Stato o ad una confessione religiosa l’otto per mille delle proprie tasse è appena il 44% dei contribuenti, e solo il 35% sceglie la Chiesa cattolica. Ma il meccanismo  prevede che le quote di coloro che non fanno nessuna scelta non restino all’erario ma vengano ripartite fra lo Stato e le confessioni religiose, in proporzione alle firme ottenute.
In questo modo la Chiesa cattolica con il 35% dei consensi si accaparra l’85% dei soldi.
A questa cifra va aggiunta anche un’altra voce: quella dell’otto per mille che i contribuenti hanno scelto di dare allo Stato ma che, uscendo dalla finestra, rientra nelle casse della Chiesa. Nel 2010 –  dato comunicato dalla Presidenza del Consiglio – dei 144 milioni destinati dai cittadini allo Stato, oltre 53 sono stati assegnati dalla presidenza del Consiglio ad enti ecclesiastici (diocesi, chiese e parrocchie, comunità monastiche e religiose, confraternite, congregazioni ed ordini) come contributo per il restauro di immobili religiosi considerati «beni culturali», nonostante nella ripartizione dell’otto per mille alla Chiesa cattolica sia già presente la voce «tutela beni culturali ecclesiastici» a cui, sia nel 2010 che nel 2011, sono stati riservati 65 milioni.
Cappellani ospedalieri, carcerari e militari
I cappellani degli ospedali, delle carceri e dei militari svolgono un servizio di assistenza religiosa, ma sono pagati dallo Stato o dalle Regioni. Eppure all’assistenza spirituale di malati, detenuti e militari potrebbero provvedere, gratuitamente, le parrocchie.
I più numerosi sono quelli degli ospedali, circa 750 divisi in 700 cappellanie sanitarie. A retribuirli ci pensano le Regioni o le Asl, che stipulano apposite convenzioni con le Conferenze episcopali in base al numero dei posti letto. Il costo annuale si aggira intorno ai 50 milioni di euro.
Nelle carceri operano invece circa 240 cappellani, per una spesa da parte del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia di 15 milioni di euro l’anno.
I cappellani militari oggi in servizio sono 184, tutti inquadrati con i gradi, e gli stipendi, degli ufficiali. L’ordinario militare, cioè il vescovo a capo della diocesi , ha le stellette e la retribuzione di un generale di corpo d’armata. L’onere finanziario è di circa 10 milioni di euro l’anno.
Una cifra che non comprende le pensioni degli ex cappellani, piuttosto elevate trattandosi di ufficiali a tutti gli effetti: la più alta si avvicina a 4mila euro al mese.
Invano, nel 2007, il senatore dei Verdi Gianpaolo Silvestri presentò un disegno di legge per la «smilitarizzazione» dei cappellani militari, scatenando l’immediata reazione di Avvenire.
Scuola, editoria ed oratori
Da quando il ministro della Pubblica istruzione Luigi Berlinguer istituì le «scuola paritarie», la scuola privata gestita dagli ordini e dalle congregazioni religiose viene finanziata dallo Stato. Nel 2011 la legge di stabilità di Tremonti ha assegnato alle scuole private 245 milioni di euro, mentre la scuola statale si è vista togliere 8 miliardi in tre anni. Bisogna poi aggiungere i  finanziamenti delle Regioni, per lo più sotto forma di «buono scuola» alle famiglie che iscrivono i figli nelle scuole private. Uno dei più sostanziosi è quello della Regione Lombardia del ciellino Roberto Formigoni, che lo scorso anno ammontava a quasi 45 milioni di euro.
All’editoria cattolica, invece, nel 2010 sono stati erogati contributi statali diretti per 15 milioni di euro, spettando la parte del leone ad Avvenire, il quotidiano della Cei, che ha incassato 5milioni e 871mila euro. Un altro quotidiano cattolico, Il Cittadino, controllato dalla diocesi di Lodi, ha goduto di un finanziamento pubblico di 2 milioni e 530mila euro. Ai settimanali diocesani sono andati quasi 4 milioni di euro. Il resto, poco meno di 3 milioni di euro, è finito alle riviste edite da congregazione religiose, santuari, associazioni, movimenti e gruppi ecclesiali di varia natura.
Esenzioni: Ici, Ires, canone tv e acqua
Non hanno pagato l’Ici gli immobili di proprietà ecclesiastica destinati «allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive» purché «non aventi esclusivamente natura commerciale». L’esenzione venne introdotta da Berlusconi e Tremonti nel 2005 e fu sostanzialmente confermata da Prodi e Bersani nel 2007 con l’aggiunta dell’avverbio «non esclusivamente» ; sembrava che potesse scomparire con l’introduzione l’Imu
ma così non è stato. Monti avrebbe dovuto finalmente risolvere le cose ma si è “dimenticato” di mandare alle stampe i moduli per l’autocertificazione.
Per gli enti ecclesiastici c’è anche l’esenzione dal pagamento del 50% dell’Ires (imposta sui redditi delle persone giuridiche), con un risparmio fra i 500 e i 900 milioni di euro. Ed è dimezzato anche il canone Rai.
Ci sono poi una serie di esenzioni “romane” che riguardano esclusivamente il Vaticano. Il pass per le zone a traffico limitato del centro storico alle automobili del Vaticano costa 55 euro l’anno, ai cittadini romani 550. Poi l’acqua: nel 1999 lo Stato Città del Vaticano aveva bollette arretrate dell’acqua per 44 miliardi di lire. Ne nacque un contenzioso, ma a saldare i conti fu il ministero dell’Economia, con la garanzia che il Vaticano
avrebbe cominciato a pagare almeno il servizio di smaltimento delle acque di scarico (2 milioni di euro l’anno).
Il Vaticano però non pagò nemmeno quella parte del suo debito e così un emendamento alla legge finanziaria 2004 provvide allo stanziamento di «25 milioni di euro per l’anno 2004 e di 4 milioni di euro a decorrere dall’anno 2005» per dotare il Vaticano di un sistema di acque proprio. 
Infine sono ovviamente esenti da tasse tutti gli immobili e le attività commerciali e turistiche che hanno sede legale nei palazzi vaticani che godono del regime di extraterritorialità, anche se si trovano nel cuore di Roma.


giovedì 7 novembre 2013

APPUNTI N°1 - Inferno e paradiso?


“Dopo la morte, quando ha lasciato il proprio corpo fisico, l’uomo entra nel piano astrale inferiore, dove subisce tutte le ingiustizie e le sofferenze che ha inflitto agli altri. 
Direte: «E se il male è stato fatto involontariamente, senza rendersene conto?» 
Agli occhi dell’Intelligenza cosmica, anche l’incoscienza è inaccettabile; d’altronde il Suo scopo non è la vendetta e nemmeno la punizione. Essa vuole anzitutto rendere l’uomo cosciente, e lo fa quindi passare attraverso le sofferenze che egli stesso ha inflitto agli altri, affinché impari, comprenda e si perfezioni.
Certe creature attraversano molto velocemente questa regione dell’astrale inferiore, perché non hanno commesso errori gravissimi; altre, vi soggiornano e vi soffrono a lungo. 
Quando questo tirocinio è terminato, entrano nella regione dell’astrale superiore, dove provano una gioia e una felicità proporzionali al bene che hanno fatto, perché devono prendere coscienza anche delle loro buone azioni. Se hanno dato agli altri il coraggio, la speranza, la luce, se hanno risvegliato la fede e l’amore, esse vivono quei medesimi stati.”


                                                   pensiero di Omraam Mikhaël Aïvanhov